Giulia è una cara amica, l'ho conosciuta pattinando e sono rimasta subito colpita dalla sua manualità incredibile. Oltre a fare dei dolci pazzeschi da sempre, da quest'anno ha iniziato a realizzare accessori utilissimi per noi rollerskater. Dopo mesi di testing ha deciso di mettere le sue creazioni sotto il cappello di un brand, e l'ha chiamato Rivert!
Siccome domenica abbiamo lanciato gli skate leash realizzati da lei qui sul sito, ho pensato di intervistarla per farvi sapere chi c'è dietro questi leash, interamente realizzati a mano!
Ciao, raccontaci chi sei!
Ciao! Sono Giulia e vengo da Trieste, dove ho scoperto l’animata scena di rollerskating nel 2019. Sin da piccola ero affascinata dal pattinaggio (usavo i roller in line) e una volta scoperto il mondo delle ruote sulle rampe, me ne sono innamorata! Ho avuto la grande fortuna di conoscere le mie compagne di cadute: è veramente magico come ci incoraggiamo a vicenda, cresciamo e condividiamo enormi soddisfazioni!
Parlami del tuo progetto
Ho avviato da poco il progetto Rivert, grazie al supporto dei miei amici. In realtà è iniziato tutto in maniera casuale, avevo bisogno di copripunta per i miei pattini e ne ho improvvisato un paio col materiale già a disposizione. Avevo scelto dei bottoni a rivetto troppo piccoli e ogni tanto si staccavano! Da qui il nome Rivert, “rivet on vert” (“rivetto sulla vert ramp”), pensando alle origini e al concetto di accessori handmade per rollerskaters.
L’ho raffigurato con quel simpatico stambecco dallo sguardo vacuo perché penso rappresenti i momenti divertenti delle esperienze vissute sui pattini: impuntarsi con i freni sulle rampe per istinto di sopravvivenza l’ho visto tanto come abilità da stambecco che, per chi non lo sapesse, sa arrampicarsi su pareti rocciose completamente verticali.
Insomma, il mio non lo concepisco come un vero e proprio brand, è semplicemente il riflesso di ciò che mi piace creare e della storia che c’è dietro!
Che prodotti stai sviluppando?
Al momento ho sperimentato svariati copri-punta su misura, sia in pelle che in ecopelle, personalizzati con borchie o cuciture e per diversi modelli di pattino. Da poco ho iniziato a costruire anche lacci porta-pattini, molto utili e di difficile reperimento in Italia.
Come funziona la ricerca materiali e lo sviluppo dei tuoi prodotti?
Forse cercare i materiali adatti è la parte più divertente della creazione!
Testo costantemente i prodotti, considerando le esigenze di resistenza e durabilità, alle quali devono rispondere soprattutto le protezioni.
Per i copri-punta sono partita usando la pelle per le sue proprietà longeve, ma opto anche per scelte vegan; sto provando a costruirli su misura anche a distanza, per ottenere una migliore aderenza al pattino e un piacevole aspetto estetico. Le cinghie dei lacci le ho scelte in nylon (non in cotone) per la loro robustezza e alcune hanno un valore aggiunto nel touch feeling.
Quali sono i tuoi obiettivi e dove ti piacerebbe arrivare con questo progetto?
Come ho detto prima, Rivert non lo considero tanto un brand “commerciale” quanto passione per l’artigianato, ma si sa che nella vita non mancano le sorprese. Ora come ora mi godo il flusso degli eventi, credo che ci sia un motivo in ogni scelta che facciamo. Spero naturalmente che possa portarmi a felici soddisfazioni, ma la cosa più importante è divertirsi nel viaggio!
Seguite @rivert su instagram per stare al passo con le sue creazioni!